"Ama la verità, ma perdona l'errore"


La cultura dell'errore.

La persecuzione dell'errore,molto frequente in alcune aziende, instaurano nel gruppo un clima terroristico che tende a paralizzare il senso di iniziativa.
La logica del collaboratore è molto semplice:"Poiché non voglio bastonate,devo cercare di sbagliare il meno possibile.La regola migliore è seguire rigorosamente le regole e le procedure prestabilite,anche a rischio di non risolvere i problemi."
Nel clima di terrore ogni errore comporta un'affannosa ricerca del colpevole e un'altrettanto affannossa ricerca di alibi e giustificazioni,da parte dei presunti colpevoli.Si instaura un clima processuale che trova la sua catarsi con l'identificazione del capro espiatorio(non necessariamente con la sua condanna).
Infatti i colleghi terrorizzati dall'errore non amano la ghigliottina per il collega colpevole,ma godono solo del fatto di sentirsi innocenti quando viene identificato il capro espiatorio.
Questo forte focus su chi ha sbagliato ,porta spesso a ignorare la ricerca del perché ha sbagliato.

Ama la verità, ma perdona l'errore diceva Voltaire;bisogna cercare le cause degli errori,non per punire i colpevoli,ma per evitare che si ripetano.
Le affermazioni positive che dobbiamo porci difronte a un errore sono queste:

  • "Non ci interessa scoprire chi ha sbagliato, ma perché ha sbagliato"
  • "Cosa possiamo imparare da questo errore?"
  • "Cosa dobbiamo cambiare affinche non si ripeta più?"
Concludendo:
"Eventuali errori o insuccessi non devono assolutamente determinare un incrinatura nella propria autostima; perché la paura di sbagliare causerebbe un blocco dei comportamenti innovativi:E' facile intuire che coloro che hanno paura di sbagliare tenderanno a un approccio tale da stimolare un atteggiamento più cauto e conservatore.
La strada del successo richiede un atteggiamento innovativo e dinamico.La strada della consuetudine può facilitare il conseguimento di risultati scontati,ma raramente porta al successo.Una persona conservatrice,timorosa del cambiamento,rigorosamente ancorato a schemi organizzativi collaudati,difficilmente sarà considerata una persona che farà carriera.
Indipendentemente dalla considerazione degli altri ,un persona conservatrice in un gruppo rischia di congelare le attitudini dei propri colleghi verso la routine,autentica forma di appiattimento e demotivazione.
La routine comporta processi mentali  e operativi standardizzati dove non ce posto per le attività pensanti e lo spirito imprenditoriale.
Nella routine l'uomo innesca il proprio pilota automatico nel fare le cose,duplicando gli stessi comportamenti,efficaci o improduttivi,sotto la guida del subconscio.Il subconscio ci permette,senza fatica,di replicare comportamenti che sono diventati familiari,ma tende a precluderci l'impegno in attività di pensiero razionale.

"L'uomo offre il meglio di se quando percorre nuove strade,ma sopratutto quando si sente autore del cambiamento e non "comparsa" chiamata a recitare un vecchio copione."


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