A-Team





Sappiamo che la natura umana ha un forte istinto alla critica e alla tendenza a scaricare sugli altri i propri errori.La comune tendenza è beccare gli altri a fare qualcosa di sbagliato,mentre sempre più scarsa è l'attenzione alle cose fatte bene.
Prendiamo l'esempio del calcio:quante volte il compagno sbaglia il passaggio e il giocatore che lo doveva ricevere applaude ugualmente.Ovviamente è un applauso di incoraggiamento alle intenzioni.Non credo che la stessa critica,rilevata nel mondo del lavoro,sia considerata blasfema,anzi fa parte di un rituale individualistico secondo il quale abbiamo identificato il colpevole.
Ebbene far parte di un solido team vuol dire spazzare via questi atteggiamenti critici, perché ognuno si sente responsabile del morale della squadra.Tutti si prodigano per sviluppare e mantenere un forte spirito di squadra.Tutti sanno che il successo di squadra ha assoluta priorità sul successo del singolo.
Lo spirito di squadra si ottiene anche attraverso un grande rispetto tra membri del team e attraverso una profonda armonia dei singoli.Infatti il team maturo ha imparato a gestire gli inevitabili conflitti che possono insorgere tra i membri.Tutti si sentono responsabili nel risolvere direttamente eventuali contrasti o conflitti,attraverso un confronto trasparente.
Chi ritiene di aver subito un torto da un compagno. non può e non deve gestirlo lanciando messaggi trasversali,come ad esempio:"mi hai offeso e ora non ti passo più la palla!"oppure"non mi hai prestato la zappa per il mio orticello e io non ti presto il tubo per annaffiare.!"
Il team maturo si costruisce con persone mature che hanno l'umiltà di sacrificare il propri orgoglio individualista a favore dello spirito di squadra.Le persone mature sanno confrontarsi positivamente e in modo trasparente:
  • "Non mi ha fatto piacere essere offeso per aver sbagliato un passaggio,cosa possiamo fare perché questo non si verifichi più,visto che entrambi ci teniamo a giocare bene in team.?"
  • "il rifiuto della zappa per il mio lavoro mi ha lasciato perplesso,visto la nostra collaborazione posso capire il perché?"
Più radicato lo spirito di squadra fra i componenti,più saranno debellati i rischi di fratture tra i componenti e più facile sarà il ruolo del leader.
Il vero grande vantaggio della creazione di un team maturo  è che la squadra diventa così forte ed efficiente che richiede solo interventi marginali del leader.

In oltre 500 casi di aziende studiate non si è mai incontrato un solo esempio di grande successo che non sia legato al supporto di un team.

IL RUOLO DEL LEADER NELLA CREAZIONE DEL TEAM

Il manager deve scendere dal piedistallo per vestirsi dei panni del team builder,un leader in grado di attuare la metamorfosi dei propri collaboratori,da bravi dipendenti a eccellenti team players, vale a dire membri di un team nel quale giocano un nuovo ruolo, interpretato con lo spirito del team.
Il leader deve essere consapevole che la trasformazione di un gruppo di persone in team passa attraverso stadi evolutivi precisi,la sua abilità consiste pertanto nel diagnosticare lo stadio che il team sta vivendo per poi attivare gli sviluppi verso gli stadi successivi.
Possiamo identificare 4 fasi di sviluppo:
  1. la fase individualistica;
  2. la fase dei sottogruppi
  3. la fase del confronto;
  4. la fase della maturità.
Fase individualistica
Nota anche come fase di orientamento o fase olfattiva,in quanto vari membri del team si studiano,in atteggiamento di attesa,mantenendo una certa chiusura comunicativa e relazionale.La disponibilità ad aprirsi,proporre idee e confrontarsi è molto scarsa,tant'è che eventuali personaggi più aperti come gli espressivi o gli estroversi possono dominare il gruppo in questo stadio,guadagnando potere nel processo decisionale.
E' una fase in cui domina l'individualismo con forte tendenza a difendere il propri orticello.Ogni proprietari o dell'orto sarà più proiettato verso la difesa delle proprie carote che non  verso gli obbiettivi produttivi del team.Gli obbiettivi del gruppo e il ruolo dei partecipanti non sono ancora percepiti a pieno,pertanto non si può ancora parlare di gruppo bensì di insieme di individui.i
I motivi di conflitto sono ridotti per la scarsa propensione al confronto.

Compiti del leader nel primo stadio.
Il suo obbiettivo primario è quello di creare una buona disinibizione tra i membri aiutandoli a costruire un buon rapporto relazionale tra loro.
L'abilità del leader è di dettare le regole agendo da facilitatore,quale esperto di metodo.Sarà il leader che aiuterà il gruppo a definire l'obbiettivo,l'assegnazione dei ruoli,identificare le regole del gioco,facilitare la comunicazione e i processi decisionali.
Sarà sempre il leader ad aiutare i membri meno attivi a integrarsi e nel contempo a moderare i dominanti.

Fase dei sottogruppi (nota come fase dell'insoddisfazione)
In particolare quando i membri del team sono numerosi è difficile pensare che dai primi incontri si formi un team maturo,per cui lo stadio individualistico perdura e i membri del team avvertono il disagio del senso di isolamento all'interno del gruppo.
Ognuno cercherà,pertanto,di superare questo ostacolo creandosi,istintivamente,alleanze con alcuni membri.
Si assisterà alla formazione di sottogruppi tra persone che si conoscono meglio,oppure che vestono la stessa maglia(reparto di provenienza),oppure per un feeling che si creerà con alcuni partecipanti.A tal proposito è molto interessante osservare,nelle dinamiche di gruppo,il nascere di sintonie tra i vari membri,generate da semplici segnali di approvazioni.
Facciamo un esempio:un membro del team,Mario,comunica con forza una sua proposta e istintivamente cerca l'approvazione dei presenti,ma il gruppo si mantiene freddo,quasi disinteressato,creando un senso di disaggio nel proponente.Uno dei partecipanti,Vincenzo,interviene affermando:"Mi sembra una buona idea"
Una conferma come questa può generare un gemellaggio tra Mario e Vincenzo.Mario si sentirà debitore verso Vincenzo e sarà pronto a sostenerlo alla prima occasione.
Questi comportamenti sono tipici dello stadio individualistico,dettati dalla fame di alleanze per superare il disagio di isolamento.anche se si intravedono obbiettivi generali il sottogruppo tenderà a elaborare strategie proprie per raggiungerli.Lo stesso dicasi del processo decisionale che può risultare frammentario in quanto non perseguito unitariamente.
Possiamo assistere anche a una fase di frustrazione dei partecipanti che si trovano ad affrontare i primi ostacoli di lavoro,senza sentirsi protetti dalla sensazione di forza del gruppo.
Questo stadio è particolarmente pericoloso perché dominato dal conflitto latente,una modalità di conflitto che non crea particolare disagio e che può pertanto bloccare lo stadio evolutivo del team.

I compiti del leader nello stadio due.
Il leader è consapevole che il team si sta evolvendo,avendo superato lo stadio di quiescenza individualistica,il suo ruolo è pertanto quello di facilitare la formazione dei sottogruppi,sapendo che rappresenta un passaggio necessario per sbloccare i membri dal torpore dello stadio uno.
Il leader deve saper cogliere e capitalizzare il feeling  spontaneo sorto tra alcuni membri per assegnare loro compiti in sottogruppo.Parallelamente il suo obbiettivo è di sostenere il morale dei partecipanti in questa fase delicata di possibile frustrazione.

Fase del confronto(nota come fase conflittuale)
I sottogruppi cominciano a confrontarsi tra loro esprimendo il loro dissenso verso altri gruppi.Gli obbiettivi da raggiungere cominciano ad essere chiari,ma i sottogruppi intravedono strade diverse per proseguirli e si confrontano tra loro esplicitamente,fino a creare conflitti palesi:
Si rischia il passaggio alla partitocrazia ,dove non contano più le buone idee ma il gruppo da cui provengono.
Il livello di comunicazione può essere caotico,notevolmente dominato dall'emotività,ma tutti sono stimolati ad affermare le proprie idee.
I singoli cominciano a uscire dal sottogruppo per confrontarsi anche individualmente.

I compiti del leader nello stadio tre.
E' necessario che il leader sia consapevole che il confronto acceso e il conflitto sono parte integrante della formazione del team.Non a caso gli errori più comuni dei leader  in questo stadio consistono nel soffocare il conflitto,favorendo una retroazione nello stadio due.
Il leader deve gestire il conflitto e attivare le proprie capacità negoziali,favorendo la transizione da conflitto personale a disaccordo oggettivo.Può inoltre spezzare i sottogruppi e la partitocrazia avviando la formazione di sottogruppi incrociati.

Il sapore della vittoria


Molti avranno visto questo bellissimo film che esalta la formazione del team in una squadra di football dell'università di Alexandria (Virginia).Il  film è ambientato nell'America del 1971 in piena crisi razziale.Abbiamo le prime integrazioni razziali nelle scuole e le prime squadre miste(bianchi e neri)
Il nuovo coach,di colore rileva,al suo ingresso ,forti fratture all'interno della squadra,tra giocatori bianchi e giocatori neri,nonostante debbano convivere in campo.
Il coach è costretto a risolvere con forza lo stadio del confronto e la sua prima operazione è quella di farli sedere accanto.infatti all'inizio del film,quando la squadra è in partenza per il ritiro ,fa scendere tutti i giocatori dal pullman,dove bianchi e neri si sono attentamente separati e scombina i posti a sedere formando due gruppi omogenei:attacco e difesa, entrambi misti,
All'arrivo dispone che le camere siano assegnate a un giocatore bianco e uno nero.Si assiste all'inizio a un forte confronto ,anche violento,che favorisce il passaggio ai chiarimenti e alla familiarizzazione.
Il gruppo passa gradualmente allo stadio della maturità e il ruolo del leader si attenua,in quanto il team stesso si autogestisce in campo.

Fase della collaborazione(nota anche come fase della maturità)
Finalmente gli obbiettivi di gruppo e i ruoli sono chiari e condivisi da tutti in modo da favorire un impegno comune verso la stessa direzione.Ognuno trova il proprio spazio per comunicare in modo disinibito e confrontarsi spontaneamente.Il processo decisionale si sviluppa per consenso,cercando in tutti i modi di evitare le decisioni a maggioranza,volendo il team garantire la disponibilità di tutti.

I compiti del leader nello stadio quattro.
Il leader deve stimolare l'autonomia del gruppo ,attraverso uno stile ampiamente partecipativo.Non è più necessaria la sua presenza alle riunioni del team,infatti il gruppo conosce le regole del gioco e sa produrre risultati senza la presenza di capi.

Il compito del leader è di creare visibilità al team pubblicizzando i risultati e celebrandone i 
successi.

Buon A-Team











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