Il colloquio di gruppo.






Il colloquio di gruppo.(Visualizza video)

Potrebbe, a prima vista sembrare una alternativa più rilassante al duello tensiogeno del colloquio "a tu per tu", eppure il colloquio di gruppo potrebbe rivelarsi una prova piena di insidie per chi non sia abituato ad interagire in ambito lavorativo con altre persone, o si faccia vincere dalla timidezza nell’esporre le proprie opinioni e prevaricare da persone magari più intraprendenti.
Innanzitutto è importante sapere come questo tipo di prova si può svolgere.
Il colloquio di gruppo si caratterizza per la presenza di un maggior numero di candidati ed un minor numero di selezionatori e si basa principalmente sull’osservazione da parte di questi ultimi dei meccanismi di interazione fra i canditati impegnati nella risoluzione di un problema. Il colloquio, dunque, si svolge tra i candidati stessi, senza l’intervento –se non, a limite, come moderatori del dibattito– degli esaminatori.
Questo tipo di valutazione, che si basa sulla tecnica del role playing (gioco delle parti), nasce dall’esigenza di osservare i candidati in situazioni (case history) che si avvicinino il più possibile alla vita reale, o realmente accadute, attraverso il ricorso ad apposite simulazioni. Potrebbe essere proposto, ad esempio, di discutere, come se ci si trovasse ad una riunione di lavoro tra colleghi, di un problema riguardante tutta l’azienda; oppure si potrebbe chiedere ad ognuno di spiegare come risolverebbe un problema con un cliente particolarmente esigente o nervoso; come far fronte ad un’emergenza etc.
Il "realismo" della situazione farà emergere più facilmente le capacità ed attitudini del soggetto che rimarrebbero probabilmente nascoste o non sufficientemente sollecitate in un colloquio individuale. Pertanto questo metodo di selezione viene spesso usato per il reperimento di personale che dovrà avere rapporti frequenti con il pubblico, che dovrà essere capace di lavorare in team o di gestire relazioni pubbliche; il colloquio di gruppo può, però, anche costituire una prima fase nell’iter della selezione, per effettuare un primo screening dei candidati.
Il colloquio di gruppo potrebbe però avere anche una struttura differente: il o i selezionatori si rivolgono singolarmente ai componenti del gruppo chiedendo loro di autopresentarsi agli altri.
Ecco allora qualche consiglio per districarsi in questa spinosa situazione in cui si è sottoposti agli attacchi incrociati degli altri candidati che aspirano a "farvi fuori" con qualsiasi mezzo lecito o illecito, e contemporaneamente, allo sguardo vigile e indagatore del selezionatore.

  1. Non assumete atteggiamenti forzati, mostratevi come siete realmente e non cercate di fare i "Rambo" della situazione.
  2. Non tentate di prevaricare gli altri nella discussione, non interrompete il pensiero altrui, non prendete la parola sovrapponendovi alla voce, magari più fioca, di qualcun altro.
  3. Se vi siete fatti un’opinione sul problema assegnato, non ripetete continuamente la vostra soluzione, rischiando di apparire testardi e chiusi, ma cercate di motivarla nel modo più articolato possibile.
  4. Cercate di non argomentare il vostro pensiero ricorrendo a complicati giri di parole, col rischio di perdere il filo del ragionamento e confondere l’uditorio; siate semplici e diretti, cercate di esemplificare il più possibile.
  5. Cercate di calarvi realmente nella situazione che vi è stata proposta, tenete in mente sempre l’aspetto pratico della situazione e lasciate perdere tutte le implicazioni teoriche.
  6. Se è possibile, cercate di assumere il ruolo di mediatore tra le parti, e di guidare il gruppo verso una soluzione, magari di compromesso, che metta d’accordo le posizioni più estreme. Per uscire dall’anonimato, comunque, cercate di ritagliarvi un vostro ruolo nella conversazione e di diventare un punto di riferimento.
  7. Ricordatevi che i toni di voce troppo alti, così come quelli troppo flebili potrebbero essere giudicati negativamente dai selezionatori.
  8. In ogni caso mantenete la calma, temporeggiate, non sbilanciatevi su posizioni troppo nette e, preferibilmente, sorridete, o, comunque, ostentate un aspetto sereno e rilassato, siate propositivo e collaborativo.
  9. Se il colloquio si svolgerà a commento di un articolo di giornale o di un brano stralciato da una pubblicazione, leggetela con calma ed attenzione, non abbiate fretta di completare per primi la lettura, ma, soprattutto, non provate imbarazzo se all’inizio nessuno saprà da dove cominciare: non dovrete essere per forza voi!
  10. Tenete sempre ben presente il filo del vostro ragionamento e quello che eventualmente intendete dimostrare: arrivare, alla fine della conversazione, a contraddire la tesi con cui avete esordito sarebbe poco edificante!
Se dovrete imbastire un’autopresentazione, poi, non trascurate il fattore tempo: esercitarsi a casa a parlare per un tempo definito vi aiuterà, al momento opportuno, a saper gestire quello che vi è dato a disposizione ottimizzando il risultato e non apparendo laconici né logorroici.

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